Blog dedicato ai pendolari e ai viaggiatori delle linee ferroviarie Tarvisio Boscoverde-Udine-Cervignano-Trieste Centrale e Gemona del Friuli-Sacile (Ferrovia Pedemontana del Friuli).

sabato 26 novembre 2011

Progetto MICOTRA: treno Udine-Villach rinviato a giugno 2012

L'avvio del nuovo servizio ferroviario transfrontaliero Udine-Villach, denominato MICOTRA, che doveva entrare in servizio a dicembre 2011 è slittato di 6 mesi.
Si dovrà quindi attendere giugno 2012, con l'entrata in vigore del nuovo orario estivo, per vedere nuovamente collegato il Friuli ferroviario alla vicina Carinzia.
Il MICOTRA è un progetto finanziato dall’UE che prevede l’avvio della sperimentazione di un nuovo collegamento ferroviario transfrontaliero Udine-Villach, grazie a 4 corse quotidiane.
Un servizio di dimensione metropolitano che permetterà di collegare in maniera capillare e veloce l’area montana dell’Alto Friuli e la vicina Carinzia. Le stazioni servite lato FVG saranno: Udine, Gemona, Venzone, Carnia, Pontebba, Ugovizza-Valbruna, Tarvisio BV; sul lato austriaco invece i treni si fermeranno a Thoerl-Maglern, Arnoldstein, Villach Warmbad Hst, Villach Hbf.
I nuovi collegamenti saranno curati da FUC (Ferrovie Udine-Cividale) e OBB (Ferrovie Austriache) e permetteranno, come già anticipato,  di ricollegare l’Italia con la vicina Carinzia dopo i tagli effettuati da Trenitalia nel dicembre 2009.
Il servizio è particolarmente atteso dall’utenza, la quale vede con un certo interesse lo sviluppo del trasporto passeggeri lungo la Pontebbana, oggi largamente sottoutilizzata rispetto alle sue reali potenzialità.
Non conosciamo i motivi che hanno determinato lo slittamento dell’avvio del servizio e anche per questo ci confronteremo con la Regione Fvg e l'Assessore ai Trasporti, Riccardo Riccardi alla prossima riunione convocata per il prossimo mercoledì 7 dicembre, chiedendo le dovute informazioni al riguardo. Convinti della bontà e dell'utilità del nuovo servizio, manifesteremo la nostra disponibilità a supportare l’iniziativa, dando - in quanto possibile -  il nostro contributo pratico.
E’ evidente che la prospettiva del MICOTRA non è solo quella di aumentare la quota di mercato del servizio di trasporto ferroviario, ma di valorizzare una parte fondamentale dell’Alto Friuli, favorendo lo sviluppo socio-economico del nostro territorio.
Il servizio non sarà quindi gestito da Trenitalia, ma da FUC in sinergia con OBB, che per la prima volta forniranno un servizio passeggeri lungo la linea Pontebbana.
Essenziale sarà quindi pubblicizzare al massimo il servizio, garantendo la più ampia diffusione dei punti vendita autorizzati nell’ambito del territorio, usufruendo di tutti quelli attuali e delle biglietterie già presenti. Auspicabile sarà poi garantire l’acquisto dei titoli di viaggio a bordo treno alle medesime tariffe di quelle già esistenti, nonché prevedere un’integrazione con il sistema tariffario Trenitalia-Saf già in vigore lungo la tratta in maniera da poter rendere fruibile il servizio a tutti gli abbonati muniti di titolo di viaggio Trenitalia-Saf.
A tal fine abbiamo richiesto alla Regione alcune informazione, con particolare riguardo:
- alla tariffa prevista per i biglietti;
- ai punti autorizzati alla vendita dei titoli di viaggio;
- alla possibilità o meno di poter utilizzare gli attuali titoli di viaggio a tariffa integrata Trenitalia-Saf;
- al fatto se i servizi del MICOTRA verranno segnalati dal sistema informativo FS gestito da RFI.
Per quanto concerne gli orari, sembrerebbero state prenotate le seguenti tracce: al riguardo, con gli attuali orari abbiamo svolto le seguenti osservazioni:
Partenza
Arrivo
Osservazioni
Udine p. 6.55
Villach a. 8.49
L’orario di partenza garantirebbe la coincidenza con il RV n. 2842 proveniente da Trieste e con quella del RV n. 2822 proveniente da Sacile. Nessuna proveniente invece da Venezia.
Villach p. 9.40
Udine a. 11.34
L’orario risulterebbe ottimale, in quanto andrebbe a coprire la fascia mattutina oggi mancante, ritornando di fatto alla situazione del 2007 quando la fascia oraria in questione era garantita dal collegamento del R. 5963 (Tarvisio p. 10.27 – Udine a. 11.51).
L’arrivo del Micotra alle ore 11.34 permette poi la coincidenze per Trieste con il RV n. 2447 delle ore 11.57. Mentre più lontana appare la possibilità di interscambio per Venezia (RV n. 2457 p. 12.07).
Udine p. 17.15
Villach a. 19.09
E sicuramente la traccia che desta maggiori preoccupazioni, atteso che in 31 minuti si prevede la partenza ben 3 treni da Udine verso nord (Udine-Carnia R. n. 5986 p. 17.05 – Udine-Villach (Micotra) p. 17.15 – Udine-Tarvisio RV. n. 6030 p. 17.36).
Giova sottolineare che il R. n. 5986 serve tutte la stazioni da Udine a Carnia, il Micotra solo quelle da Gemona a Tarvisio e il RV 6030 tutte le stazioni fino a Tarvisio. 
La fascia oraria ha sempre destato problemi legati alla programmazione cadenzata dei treni. Nel 2007 i collegamenti erano infatti cadenzati: ore 17.00 Udine-Tarvisio, ore 17.30 Udine-Carnia e ore 18.02 Udine-Carnia. Nel 2008 si era passato: ore 17.00 – ore 17.15 – ore 18.15, per poi passare con l’orario estivo 2009: ore 17.00 - ore 17.19 – ore 8.15.
Dopo la richiesta di modifica del ns Comitato, con la quale si richiedeva il cadenziamento dei treni serali ogni 30 minuti, si è giunti all’attuale situazione, che viene ritenuta ottimale, visti i buoni flussi d’utenza e la domanda dei viaggiatori.
La partenza del Micotra alle ore 17.15 non consentirebbe nessuna coincidenza da Trieste, mentre sarebbe garantita la coincidenza proveniente da Venezia del RV n. 2832.
Villach p. 19.30
Udine a. 21.24
L’arrivo a Udine del treno alle ore 21.24 garantirebbe le coincidenze per Trieste dei treni R. n. 2837 delle ore 20.36 e del RV n. 2467 delle ore 21.56, mentre per Venezia l’unica coincidenza garantita sarebbe quella del RV n. 2477 delle ore 22.07.
resta fermo che il Comitato ribadirà che l’avvio del nuovo collegamento MICOTRA non dovrà in nessun modo comportare un taglio o modificare l’offerta del servizio Trenitalia lungo la linea Pontebbana; eventualmente si dovrà trovare il sistema per modificare gli orari in maniera tale da evitare che si accavallino tra loro.

venerdì 25 novembre 2011

Sciopero dalle ore 21 di sabato 26, alle ore 21 di domenica 26 novembre: e con questo fanno 11 !

Dalle ore 21:00 di sabato 26 novembre alla stessa ora di domenica 27 novembre il sindacato autonomo Orsa ha indetto un'astensione dei lavoratori di Trenitalia.
Venerdì 25 novembre si svolgerà lo sciopero di 24 ore per uffici ed impianti fissi.
Durante lo sciopero saranno possibili variazioni al programma di circolazione dei treni.
Nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, il cui diritto di sciopero previsto dalla Costituzione è solenne, rileviamo che questa agitazione sindacale è l’11° proclamata a livello nazionale nel corso del 2011.
E’ evidente la grave situazione in cui si contrappongono FS e dipendenti, atteso che in nessun altro settore lavorativo si registra un numero di agitazioni sindacali così alto (in media una al mese, due solo a novembre).
Auspichiamo che le parti riescano a raggiungere al più presto un accordo, atteso che in queste situazioni le prime vittime sono gli incolpevoli viaggiatori.
Di seguito indichiamo l’elenco delle agitazioni sindacali nazionali proclamate nel corso del 2011: 29-30 gennaio, 31 marzo-1 aprile, 14-15 aprile, 6 maggio, 21-22 maggio, 21-22 luglio, 6 settembre (sciopero generale dei lavoratori), 17-18 settembre, 21 ottobre, 16-17 novembre, 26-27 novembre.

sabato 19 novembre 2011

Ogni tanto la parola dei politici vale: bravo Sindaco Honsell !

Da qualche giorno ha trovato una soluzione positiva la problematica legata ai due senzatetto extracomunitari che bivaccavano da mesi in stazione a Udine (vedi articolo Messaggero Veneto a lato).
Grazie all'intervento del Sindaco Furio Honsell e all'interessamento dei servizi sociali si è potuto garantire sostegno e soprattutto un vero e proprio alloggio alle due persone, di cui una gravemente affetta da disturbi psichici.
Lo sgombero dei due nigeriani e degli altri senzatetto (in tutto 3 o 4) è collegato all'iniziativa della proprietaria della struttura FS, che prevede la chiusura della stazione allo scoccare delle ore 24.00 sino alle ore 4 del mattino.
Centostazioni Spa ha infatti incaricato un addetto della vigilanza privata a chiudere i locali dove trovano spazio i negozi e l'atrio d'ingresso con l'open space della sala d'aspetto. 
L'intento è quello di garantire l'igiene e il decoro dei locali, visto che gli stessi nelle ore notturne erano utilizzati come dormitorio di fortuna dai senzatetto.
Stazione più decorosa e sicura per i passeggeri quindi, anche grazie all'arrivo di nuove telecamere. La struttura risulta già dotata di un sistema di videosorveglianza, con 48 telecamere che scrutano binari, sottopassi e atrio biglietteria. L'intenzione di FS è però di implementare ulteriormente il controllo anche su altre zone, ora sfornite di occhi elettronici, come il piazzale esterno.
Questa è certamente una bella notizia, anche perchè qualcosa si sta muovendo, dopo le molteplici denunce apparse sulla stampa e vari interventi, tra cui il nostro, sfociato nell'incontro del 28 ottobre u.s. con il Sindaco di Udine Furio Honsell.
Complimenti quindi al Sindaco, alla sua Amministrazione e a Centostazioni Spa per essersi prontamente adoperati per ricercare una soluzione a questa criticità.
Ora aspettiamo con ottimismo che si continui su questa linea, provvedendo a risolvere anche gli altri problemi della stazione, a partire dall'attraversamento pedonale del piazzale esterno e alla riqualificazione della pensilina dei binari 7 e 8.
Ogni tanto è bene sfatare quel tabù tutto italiano in base al quale i politici non mantengono mai le promesse date. Bravo Sindaco Honsell, avanti così !        

martedì 15 novembre 2011

Stazione di Gemona: monitor partenze/arrivi guasti

Da almeno un mese i due monitor partenze-arrivi posti nell'atrio al piano terra della stazione ferroviaria di Gemona del Friuli risultano spenti o guasti, così come si evince dalla fotografia di fianco.
I monitor in questione, caratterizzati da una tecnologia obsoleta e ampiamente superata, risultavano già difficilmente visibili dall'utenza (specie per le persone anziane) prima del guasto, a fronte dei caratteri microscopici e della scarsa liminosità dello schermo.
Abbiamo scritto alla Regione FVG e a RFI spa, segnalando il disservizio, auspicando un intervento rapido da parte delle strutture competenti di FS  volto a riparare il guasto o preferibilmente a sostituire i monitor con altri più moderni e più adatti all'uso, da risultare più facilmente fruibili dall'utenza.

lunedì 14 novembre 2011

Pendolare risarcita: Roberta ha vinto la sua battaglia

L’esempio, se venisse seguito, potrebbe avere conseguenze devastanti per Trenitalia. Ma aprirebbe orizzonti di riscatto a centinaia di migliaia di pendolari costretti a iniziare e a finire le loro giornate pigiati sui convogli del trasporto pubblico, tra sporcizia e ritardi.
Un giudice di pace di Milano, con una sentenza probabilmente senza precedenti, ha condannato le Ferrovie dello Stato a risarcire integralmente il costo dell’abbonamento ad una pendolare che aveva fatto causa all’azienda, lamentando le condizioni intollerabili del servizio offerto. E che il giudice nella sentenza definisce «gravemente umilianti».
la pendolare ha vinto la sua battaglia rompendo l’incantesimo maligno che lega quotidianamente migliaia di pendolari che si riversano quotidianamente su una delle tratte classiche del trasporto locale lombardo: da San Zenone al Lambro a Milano-Rogoredo, meno di venti chilometri che tra le sei e le otto del mattino i convogli di Trenitalia dovrebbero percorrere in ventuno minuti. Ma nella denuncia presentata dalla signora, dopo anni di su-e-giù dal capoluogo, quei ventuno minuti sono quasi un’eccezione: il treno da San Zenone parte un po’ quando gli pare, e altrettanto imperscrutabili sono gli orari dell’arrivo. E quando anche il treno non è in ritardo, sono le condizioni igieniche e di sovraffollamento dei vagoni, secondo il racconto della signora, ad essere difficilmente accettabili.
Per un bel po’ la viaggiatrice ha subìto, limitandosi a partecipare al brontolìo dei suoi compagni di sventura. Poi ha deciso di passare alle vie legali e il giudice le ha dato ragione, condannando Trenitalia non solo a restituirle i 500 euro dell’abbonamento, ma anche a risarcirle i danni esistenziali provocati dallo sballottamento.
Roberta Migliorini 36 anni di Casalmaiocco ha vinto così la sua battaglia contro Trenitalia, grazie alla sua testardaggine e all’azione dell’avvocato Angelo Musicco, la pendolare del Sudmilano ha avuto la soddisfazione di veder riconosciuti i suoi diritti: i treni devono essere puntuali e puliti.
«La nostra battaglia - racconta Roberta - è partita due anni fa. Abbiamo costituito un comitato informale di pendolari, avviato un blog e tartassato la stampa di denunce. L’avvocato ha letto le nostre petizioni e ci ha chiesto se eravamo interessati a fare causa. In due abbiamo accettato e nel mio caso posso dire che ce l’abbiamo fatta. L’altro caso, invece, non è ancora arrivato a sentenza. Quando l’ho saputo ero contentissima. Era una questione di principio, eravamo arrivati all’esasperazione. C’è stato un momento in cui ho temuto di non riuscire, per la sproporzione degli strumenti messi in campo, da noi e da Trenitalia. Invece, grazie al mio avvocato, che è stato bravissimo, ce l’abbiamo fatta». Davanti al giudice sono finiti 30 ritardi, contati nel solo mese di dicembre 2008 e nella primavera 2009, oltre alle «condizioni indecenti di trasporto».
«Alle 7.30 - ricorda la Migliorini - mettevano dei treni cortissimi, così a Tavazzano erano già completamente pieni e quando arrivavano a San Zenone non si riusciva a salire. Adesso, invece, la tratta San Zenone-Rogoredo è diventata Lodi -Saronno ed è gestita dalle Trenord. È tutta un’altra vita: i treni sono sempre puliti e puntuali».
In sentenza il Giudice spiega l’avvocato Musicco ha riconosciuto in pieno la linea dell'Utente, atteso che «Trenitalia si è difesa appellandosi ad una legge del 1937, la cui normativa prevede che i treni dovevano trasportare i viaggiatori dal punto di partenza fino alla destinazione, a prescindere dalle modalità. Questo andava relativamente bene, quando le Ferrovie erano dello Stato, ma adesso ci troviamo davanti a una società per azioni. Per questo abbiamo fatto valere il codice del consumatore, che risale al 2005. Secondo questa norma chi eroga un servizio pubblico deve attenersi ai minimi livelli di qualità: nel caso in questione, non erano chiaramente soddisfatti. I vertici di Trenitalia, dall’amministratore delegato in giù, prendono milioni e milioni di stipendio: è lì che andrebbero fatti i tagli, non sui servizi».
Brava Roberta ! Complimenti ce ne vorrebbero tante altre Roberte per rompere questo incantesimo infernale !

venerdì 11 novembre 2011

Stazione di Udine presto si farà l'attraversamento pedonale. Positivo l'esito dell'incontro con il Sindaco Honsell

Venerdì 28 ottobre scorso presso Palazzo D’Aronco, una delegazione del nostro Comitato, capitanata dal Presidente Giorgio Picco e composta da Andrea Palese e Lodovico Copetti, è stata ricevuta dal Sindaco di Udine, prof. Furio Honsell e dall’Assessore alla Mobilità, Enrico Pizza.
L’incontro di carattere conoscitivo ed esplicativo si è tenuto in seguito alla segnalazione del Comitato in ordine alle problematiche della Stazione ferroviaria di Udine, atteso, in particolare lo stato di criticità del piazzale antistante. Il Comitato ha consegnato nelle mani del Sindaco un dossier informativo . Un vero e proprio studio, intitolato “Proposte & suggerimenti per lo sviluppo e il miglioramento del servizio ferroviario regionale” nel quale vengono trattate varie problematiche inerenti alla stazione di Udine e alcune osservazioni sul progetto di Metropolitana Leggera per l’area udinese.
Durante l’incontro si è discusso ampiamente della situazione della stazione e, dopo un costruttivo confronto con l’Amministrazione Comunale, si è giunti, a concordare le modalità di intervento per la cosiddetta area del Kiss and Ride, ovvero per quanto riguarda gli attraversamenti pedonali antistanti l’area della stazione FS, dei quali il Comitato aveva segnalato la criticità e la pericolosità già con la missiva del 9 settembre scorso.
Dalle parole dell’Assessore Pizza si è appresa la volontà dell’Amministrazione di operare nell’ambito degli interventi previsti per la sistemazione e manutenzione della segnaletica e, in particolare, l’Assessore ha confermato che il passaggio pedonale sarà realizzato col prossimo piano di intervento della nuova segnaletica stradale, che sarà realizzata a breve.
Il piazzale esterno della stazione sarà quindi finalmente dotato dell'attraversamento pedonale in maniera da garantire ai pedoni l’entrata e l’uscita dalla stazione in tutta sicurezza.
Sia il Sindaco che l’Assessore Pizza hanno concordato che per risolvere in maniera definitiva la criticità dell’attraversamento pedonale, sarebbe ideale la realizzazione di un sottopasso che metta in comunicazione diretta Viale Europa Unita al tunnel della stazione. L'opera così intesa oltre a garantire la sicurezza dei pedoni permetterebbe un più facile deflusso del traffico veicolare lungo Viale Europa Unita; il sottopasso oggi non realizzabile per questioni economiche, verrà tuttavia studiato nel prossimo futuro, sia per l'ottenimento dei necessari fondi che per le autorizzazioni, visto che parte dell’area è di proprietà delle ferrovie.
E’ stata poi affrontata anche la questione delle due persone senza fissa dimora presenti da qualche tempo presso l’atrio della stazione di Udine: il Sindaco Honsell ha sottolineato come la situazione addiverrà ad una soluzione con l’intervento di un’associazione, ovvero, in alternativa, tramite il ricorso agli alloggi di emergenza del Comune.

Il Comitato ha rimarcato che dalle informazioni in suo possesso la stazione non rappresenta un luogo pericoloso, almeno durante la giornata dalle 6.00 alle 21.00 e che pertanto ogni allarmismo legato alla sicurezza pubblica risulta privo di fondamenta, risultando Udine una città assolutamente vivibile, nonostante la presenza di alcune criticità da ritenersi fisiologiche.
Riguardo al progetto della "Metropolitana Leggera", il Presidente Picco ha rimarcato l’opportunità a non realizzare nuove opere non necessarie al nostro bacino d’utenza e semmai a potenziare le infrastrutture e la rete esistente e in particolare la linea ferroviaria Pontebbana, oggi utilizzata al 25% del suo potenziale. Si è proposto inoltre la creazione di una nuova stazione urbana a Udine Nord utile a servire l’area dell’Ospedale Civile e dell’Università (similare a quella realizzata a San Gottardo), oltre al ripristino della fermata di Reana del Rojale.
Da sempre il Comitato è favorevole a un sistema di trasporto rapido di massa, realizzato sul tracciato della già esistente rete ferroviaria, volto a facilitare gli spostamenti da e verso Udine e migliorare i collegamenti tra il Capoluogo e i comuni dell'hinterland, grazie all’organizzazione di un articolato ed organizzato sistema di trasporto intermodale ferro-gomma, simile allo SFMR del Veneto. Per far ciò è necessaria la presenza sul territorio di infrastrutture adeguate (stazioni e ampi parcheggi scambiatori) e l’attivazione di collegamenti ad elevata frequenza con orario cadenzato in grado di favorire quell’intermodalità ferro-gomma capace di garantire agli Utenti un servizio moderno ed efficiente.
La nostra filosofia della «metropolitana leggera», non corre quindi sottoterra ma in superficie, non prevede la realizzazione di nuove reti, bensì di utilizzare quanto già è esistente, valorizzandolo e potenziandolo con le necessarie infrastrutture. L’unico problema, di carattere strutturale della linea è attualmente costituito dal tratto Bivio Vat – Stazione di Udine: 2 km circa ancora a binario unico, lungo i quali i treni sono costretti praticamente a fermarsi, sia per la presenza di alcuni passaggi a livello sia perché il tracciato corre adiacente ad alcune abitazioni. E’ - da parte nostra - auspicabile la realizzazione di un progetto volto a portare in trincea i binari, raddoppiando la linea ed eliminando i tre passaggi a livello ancora in superficie. Così facendo si consentirebbe ai treni passeggeri di raggiungere agevolmente la stazione di Udine e di risolvere in maniera radicale il problema della viabilità stradale, oggi pesantemente penalizzata dalla presenza dei passaggi a livello.
L’Amministrazione comunale ha manifestato interesse per le nostre proposte e la sua piena disponibilità a confrontarsi in un’ottica collaborativa e partecipativa con tutti i portatori di interesse sul tema, accogliendo la proposta del Comitato di convocare un incontro con tutte le parti interessate o potenzialmente tali per approfondire lo studio della materia.

giovedì 10 novembre 2011

Treno con porte rotte: si entra dal finestrino

A lato la fotodenuncia di un pendolare romano.
Stazione di Roma Lunghezza, 3 novembre, ore 7 del mattino. Un treno (quello delle 6,26) cancellato, quello delle 6,43 arriva con 10 minuti e si scatena il caos per entrare. Ma le ultime due carrozze sono completamente vuote: le portiere infatti non riescono ad aprirsi.
I più "atletici" però non si arrendono ed entrano lo stesso, infilandosi nelle fessure dei finestrini.
La fotografia non è un fotomontaggio e si commenta da sé.
Buon viaggio Italia !

venerdì 4 novembre 2011

Settimana nera per il trasporto ferroviario: il Comitato chiede una verifica delle cause dei disagi

Quella che si sta chiudendo è stata un’altra settimana nera per il trasporto pubblico ferroviario, dal 24 ottobre al 04 ottobre abbiamo rilevato solo lungo la linea Pontebbana, 4 soppressioni e ben 11 ritardi tra i 30 e 72 minuti. E ci riteniamo fortunati, atteso che ai colleghi di pendolarismo lungo le altre direttrici regionali è andata ben peggio.
L’emblema di questo tracollo è stata l’ennesima e immotivata soppressione odierna del treno R. n. 6019 Tarviso-Udine delle ore 6.36, il più affollato ed utilizzato dai Pendolari per raggiungere il capoluogo friulano. Questo è solo l’ennesimo episodio che prova la grave situazione in cui versa il servizio, la cui qualità è precipitata in maniera vertiginosa negli ultimi mesi, dopo i timidi passi avanti fatti nel corso del 2010.
Anche i più ottimisti hanno perso ogni speranza dinanzi a una situazione del genere, visto che le soppressioni sono ormai all’ordine del giorno e insistono su tutte le tratte regionali, senza pensare ai ritardi.
La realtà è che Trenitalia è un’azienda inaffidabile e disorganizzata, non in grado di garantire un servizio pubblico adeguato alle esigenze di mobilità dei Cittadini.
Abbiamo chiesto alla Regione un’immediata e puntuale verifica affinché si accertino le cause e soprattutto le responsabilità di questa grave situazione, in considerazione dei disagi e dei disservizi subiti dai Pendolari, duramente colpiti nelle “fasce calde”.
La gran parte dei Pendolari paga in anticipo un abbonamento mensile e/o annuale, senza possibilità alcuna – in caso di disservizio – di vedersi riconosciuto alcun risarcimento. Ci domandiamo chi risarcirà ai Pendolari tutte le ore fruite per permessi o ferie a lavoro a fronte di questi continui disservizi ?
I numeri sulla puntualità e sull’affidabilità del servizio lungo la linea Udine-Tarvisio non sono certamente incoraggianti: nel 2010 abbiamo rilevato  20 soppressioni  e 45 ritardi fra i 10 e 90 minuti, quest’anno le soppressioni a noi note sono già 29 e i ritardi 32 tra i 20 e i 72 minuti (i dati tengono solo in considerazione delle segnalazioni pervenute dagli utenti e ritardi superiori ai 10 minuti).
Comprendiamo la precaria situazione del parco rotabile regionale, e sappiamo che i treni nuovi arriveranno solo ad inizio 2013, ma così è impossibile andare avanti, continuando a giustificare l’ingiustificabile, minimizzando i problemi e cercando con operazioni di facciata di distogliere l’attenzione dalle vere criticità, data soprattutto dalla mancanza di una vera organizzazione del Gestore.
Riteniamo inaccettabile e soprattutto irrispettoso nei confronti degli oltre 20.000 Pendolari friulani, questa perdurante incapacità del Gestore ad organizzare un servizio in grado di fornire le minime informazioni alla clientela; è ridicolo che i Pendolari si debbano organizzare autonomamente con "passa parola" e sms, sistemi di fatto più efficaci dell’informativa di Trenitalia.
Se questi sono i risultati della “politica della tolleranza” attuata fino ad oggi nei confronti di Trenitalia, forse adesso è giunto il momento di fare un passo indietro e riflettere se non risulti più opportuno assumere determinazioni più stringenti, così come hanno già fatto da tempo altre Regioni, garantendo ai Pendolari un bonus quale risarcimento per i disservizi subiti o altre forme di ristoro del danno.
Se la Regione non sanziona con le penali contrattuali disservizi gravi e non certamente episodici come quelli denunciati (es. l'incredibile caso del servizio Treno+Bici o le continue soppressioni), ci domandiamo quando mai Trenitalia verrà sanzionata ?
Chiediamo pertanto la puntuale applicazione del contratto di servizio in vigore, prevedendo idonee forme di trasparenza, in quanto i Cittadini hanno il diritto di conoscere l’entità complessiva delle multe inflitte dalla Regione al Gestore e i motivi delle stesse. Il contratto di servizio prevede all’allegato n. 5 i casi in cui è possibile applicare le sanzioni; ebbene, se dovessimo applicare alla lettera quanto previsto, solo nel caso dell’omessa o inadeguata informazione alla clientela, siamo certi che Trenitalia dovrebbe essere quotidianamente multata con diverse centintinaia di euro!
Se l’Amministrazione Regionale non vuole diventare corresponsabile di questa grave situazione, deve attivarsi, richiedendo a Trenitalia una puntuale verifica degli obblighi contrattuali, mettendo da subito in discussione la proroga del contratto di servizio, il quale non può essere prorogato tout court senza prevedere l’inserimento di parametri prestazionali più rigidi e specifici di quelli attuali.
Le regole devono essere rispettate e seguite da tutti, non è possibile che una situazione d’emergenza come quella attuale, possa passare quasi per una normale routine !
E evidente che solo con una vera e propria gara d’appalto per l’affido del servizio di trasporto regionale si potrebbe migliorare la situazione esistente: è auspicabile pertanto che si favorisca una vera concorrenza tra più competitor, cercando di liberalizzare nelle dovute forme un servizio “che oggi si regge su un unico soggetto che è al tempo stesso detta le regole del mercato, e risulta proprietario della rete e dei treni “, così come denunciato anche dal recente e autorevole intervento del Presidente dell’Antitrust Catricalà.
Invece purtroppo si continua con il solito monopolio, di fatto mascherato dai contratti di servizio, grazie ai quali si persegue una scellerata politica, ponendo direttamente sulle Regioni e di conseguenza sui Cittadini il peso di un servizio costoso e qualitativamente scarso.  
In questo contesto non potranno 4 treni nuovi mutare le sorti di un servizio pubblico destinato sempre di più a perdere quote di mercato e diventare un peso non più sostenibile per  le finanze della Regione, la quale sarà ben presto costretta a tagliare corse o aumentare le tariffe.
Serve quindi cambiare passo e mentalità, responsabilizzando il mondo della politica e i dirigenti FS ad attuare una oculata gestione delle risorse (finanziarie e umane), senza tagli orizzontali che penalizzano l’Utenza e i Cittadini.

giovedì 3 novembre 2011

Trenitalia e le bici: è solo questione buon senso ?

A fronte della lettera sottoscritta dal sig. Tullio Tebaldi, addetto stampa FS, apparsa sul Messaggero Veneto del 21 ottobre scorso (clicca sull'immagine a lato), abbiamo riternuto necessario inviare una replica, che di seguito pubblichiamo.

Da utenti del servizio in questione non possiamo esimerci dal replicare alla lettera del sig. Tullio Tebaldi, apparsa sulla stampa lo scorso 21 ottobre e intitolata "Trenitalia e le biciclette: soltanto buon senso".
In un Paese civile dove tutti si indignano per come stanno andando le cose, ci permettiamo anche noi di indignarci di fronte a tale risposta, che dimostra la mancanza di attenzione da parte di FS nei confronti della sua Clientela.
Seppur consapevoli che il sig. Tebaldi ricopre un incarico difficile e quanto mai scomodo - essendo l'addetto stampa di una società che risulta quotidianamente al centro dell'attenzione a causa dei continui disservizi che “offre” alla sua Utenza -, mai avremmo pensato che il  tanto invocato “buon senso” di FS continuasse a cagionare l’ingiustificabile.
Il servizio offerto già penalizzato da scelte manageriali incomprensibili, nonché da tagli alle risorse imposti da inopportune scelte politiche, non ha certo bisogno di giustificazioni di questo tipo , utili solo a buttare benzina sul fuoco.
Da Utenti, abbiamo denunciato il grave stato in cui versa il servizio Treno+Bici lungo la linea Udine-Tarvisio, segnalando con appropriata documentazione fotografica due episodi eclatanti, per i quali è quasi riduttivo parlare di servizio imbarazzante.
Non ci aspettavamo le scuse di FS, ma quantomeno ci attendevamo una netta presa di posizione capace da apportare quei correttivi tecnici finalizzati al miglioramento della qualità del servizio. Invece si continua ad assistere al solito copione, dove nessuno è responsabile di nulla, dove regna sovrano lo scaricabarile e dove a pagare sono purtroppo sempre gli Utenti.
Il sig. Tebaldi parla di “buon senso”: non mettiamo in dubbio nello specifico quello del capotreno, lavoratore diligente e responsabile, che grazie al suo impegno ha evitato di lasciare a terra nessuno degli oltre 50 cicloturisti in possesso di valido biglietto Treno+Bici.
E' peraltro evidente però che qualcosa non c'azzecca caro sig. Tebaldi: Trenitalia offre un servizio Treno+Bici a pagamento (dal costo di 3,50 euro) e come lei stesso ammette utilizza treni inadeguati al trasporto delle biciclette, capaci di imbarcare sole 2 bici, lasciando poi al capotreno di turno l'arbitrio di decidere – secondo buon senso - se imbarcare gli utenti e le loro bici ovvero se lasciarli a terra ... Paese strano il nostro, dove, fa piacere  peraltro constatarlo, regna sovrano il buon senso!
Stando così le cose, forse qualche domanda sorge spontanea. Un servizio pubblico essenziale come quello ferroviario, non può basarsi sul mero buon senso di un capotreno, bensì su regole ben definite e soprattutto su un'efficiente organizzazione del lavoro.
Nel caso del servizio Treno+Bici semmai va rilevata la difficoltà organizzativa di quei funzionari FS competenti a decidere la composizione dei treni, i quali dovrebbero essere formati secondo la domanda dei viaggiatori che richiedono il servizio di bici a seguito e non basarsi sul buon senso del capotreno di turno.
Se è vero che la linea Pontebbana è quella più utilizzata dai cicloturisti, attesa la valenza turistica della Ciclovia Alpe Adria, è forse il buon senso che spinge le FS a prevedere collegamenti con treni capaci di trasportare 2 sole biciclette ?
Scene come quelle che abbiamo testimoniato con bici ammassate in ogni dove lungo i corridoi del treno, rendendo inaccessibili wc e porte d'uscita, non possono rientrare nel concetto di “buon senso”. Senza pensare poi che le biciclette costano (e non poco!) e certamente chi paga un servizio non vuole che il proprio mezzo subisca danni !
Ci piacerebbe conoscere inoltre l'opinione di tutti quei turisti stranieri che hanno usufruito di questo servizio, deridendo ovviamente l’immagine del nostro Paese, e azzerando le aspettative del cd “turismo ecologico” del nostro territorio.
Se i treni a disposizione sono inadeguati al trasporto delle bici, forse sarebbe bene prevedere qualche accorgimento per evitare simili figure: l'obbligo di prenotazione per il servizio Treno+Bici, prevedendo un numero chiuso di posti bici disponibili, potrebbe essere un escamotage, risolvendo temporaneamente il problema, in attesa dell'arrivo dei nuovi treni (primavera 2013?), i quali dovrebbero garantire spazi più adeguati al trasporto delle bici.
Per quanto concerne le multe è vero, spetta alla Regione sanzionare Trenitalia in base a quanto previsto dal contratto di servizio; caro sig. Tebaldi sappiamo benissimo qual è il nostro ruolo, che non prevede ovviamente di scavalcare le varie competenze altrui, semmai è quella di fornire - da Utenti – con spirito collaborativo, segnalazioni utili al miglioramento della qualità del servizio. 
I Comitati dei Pendolari con le loro segnalazioni (il nostro ne ha effettuate oltre 60 nel 2010 e siamo già a 40 quest'anno) contribuiscono a fornire alla Regione una fotografia della situazione del servizio, così come previsto dall'Art. 15 comma 7 del contratto di servizio, ove è stabilito che "per la valutazione dei servizi ferroviari resi ed il miglioramento qualitativo dell’offerta dei servizi stessi, la Regione si avvale del contributo dell’utenza ed in particolare di quella pendolare”. La Regione stessa ha messo a disposizione degli Utenti un servizio di mail dedicata intreno@regione.fvg.it a cui possono accedere tutti per fare richieste riguardo il servizio ferroviario regionale in Friuli-Venezia Giulia.
E' evidente poi che spetta alla Regione il compito di applicare la normativa di riferimento e quindi di multare Trenitalia per inadempimento contrattuale.
La distinzione dei ruoli e di competenze tra Regione, Trenitalia e Comitati dei Pendolai ci è particolarmente chiara, forse questa distinzione non è invece così chiara ad altri, atteso che sempre più spesso gli utenti si devono sostituire alle strutture competenti di FS per segnalare guasti o disservizi. Basti pensare che la biglietteria self service di Tricesimo, guasta da oltre 3 settimane è stata sistemata grazie a una nostra segnalazione, idem per l'ascensore della stazione di Gemona, ma la lista potrebbe continuare. Forse però il caso più eclatante è dato dalle pensiline dei binari della stazione di Udine, sostituite recentemente da FS dopo un esposto denuncia depositato all'ASL visto che le coperture risultavano in parte ricoperte da materiale nocivo alla salute pubblica. Alla faccia del tanto invocato buon senso!
Ci sembra che FS si preoccupi più di quello che pensiamo o scriviamo, anziché preoccuparsi a migliorare la qualità del servizio all'utenza. Vogliamo rassicurare le FS che i Comitati dei Pendolari sono formati da persone serie e perbene, probabilmente un po' rompiscatole per gli standard di FS, ma soprattutto da gente che lavora Gratis nell'interesse degli Utenti; è bene sottolineare che le nostre intenzioni, nel denunciare la situazione presente e futura del trasporto pubblico in Friuli, non sono affatto strumentali, come forse alcuni vorrebbero far credere.
Da anni cerchiamo, con le nostre scarse forze di Cittadini volontari, di effettuare un servizio civico di lotta al degrado del trasporto pubblico, badando ai fatti concreti. Non abbiamo mai fatto manifestazioni folcloristiche o chiamato Striscia la Notizia, anche se pensandoci bene alcuni casi meriterebbero l'attenzione del Gabibbo.  Noi preferiamo agire diversamente, cercando di dialogare e di costruire. Non ci limitiamo alla protesta generica e macchiettistica, ma preferiamo analizzare in profondità le ragioni del degrado. Lei dovrebbe sapere che i nostri interventi non si limitano alla mera denuncia, bensì sono sempre accompagnati da proposte concrete, grazie ad appropriati studi documentati.
Purtroppo rileviamo che le nostre proposte mai una volta sono state ritenute degne di una seria discussione, liquidate quasi sempre con battutine e una certa ironia da parte di taluni dirigenti FS, poi però spiace rilevare che la situazione qualitativa del servizio sia sempre la stessa se non peggiore.
Fosse per le FS la biglietteria della stazione di Gemona sarebbe ancora chiusa, il problema della tariffazione integrata Trenitalia-Saf sarebbe ancora irrisolto, le foderine dei sedili ancora usate e logore, nonché le vetuste pensiline della stazione di Udine sarebbero ancora lì desolatamente pericolanti sopra la testa dei viaggiatori ...
La nostra denuncia voleva essere un invito ad agire in modo energico e a non rassegnarsi all’inevitabile: abbiamo fiducia nella Regione che, spesso, si è dimostrata reattiva alle nostre sollecitazioni, ma ora serve uno scatto ulteriore, una decisa scelta di campo in favore del trasporto pubblico.
Mina un tempo cantava "parole, parole ", una canzone splendida il cui ritornello purtroppo è ancora molto in voga ... noi preferiamo però un altro ritornello “chi sbaglia paga”, purtroppo però a pagare non devono essere sempre i soliti noti, ovvero gli Utenti.
 Caro sig. Tebaldi si è mai chiesto chi risarcirà mai ai Pendolari tutte le ore di permesso o di ferie che sono costretti ad usufruire a fronte dei ritardi o alle soppressioni dei treni?
Se le FS esistono ancora è grazie a noi Utenti, cittadini virtuosi che utilizzano quotidianamente un servizio pubblico e che lo mantengono in vita grazie al pagamento dei biglietti e delle tasse... se veramente vogliamo parlare di buon senso, forse ogni tanto qualcuno dovrebbe riflettere su quanto detto ed avere un pizzico di maggiore rispetto per l'Utenza e per i contribuenti.

                                                                      Segreteria
                                                      Comitato Pendolari Alto Friuli

mercoledì 2 novembre 2011

Il Milite Ignoto e la folla: quel treno come nel ' 21

Domani partirò per chissà dove, quasi certo per andare alla morte. Quando tu riceverai questa mia, io non sarò più. Forse tu non comprenderai questo, non potrai capire come non essendo io costretto sia andato a morire sui campi di battaglia. Addio, mia madre amata...». La folla che da tre giorni accorre nelle stazioni del Friuli e del Veneto - in migliaia alla partenza da Cervignano, binari bloccati a Conegliano dove il treno è stato costretto a una sosta non prevista, altri capannelli commossi a Udine, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Bologna - forse non ha mai letto la lettera di Antonio Bergamas alla madre Maria, la donna incaricata novant'anni fa di indicare il Milite Ignoto che riposa all'Altare della patria a Roma. Eppure in tantissimi, molti più delle previsioni, hanno sentito di dover salutare il passaggio del «treno della memoria», che rievoca il viaggio compiuto nel 1921, in questi stessi giorni, dalla tradotta con la bara del soldato che rappresentava tutti i 650 mila caduti italiani. Antonio Bergamas era uno dei duemila volontari partiti da Trento e Trieste: sudditi austriaci, che l'imperatore mandava a combattere in Galizia, contro i russi, o in Serbia. Ma in duemila disertarono, e andarono a combattere con gli italiani, contro gli austriaci, andando verso morte quasi certa: se anche sopravvivevano agli assalti, non venivano fatti prigionieri ma impiccati, come Cesare Battisti. Il figlio di Maria Bergamas cadde sul Carso, nel 1915. Sette anni dopo, la donna fu portata nel Duomo di Aquileia, davanti a undici bare di ragazzi sconosciuti, come suo figlio. Lei si tolse lo scialle nero, e lo posò sulla seconda bara. A quel punto il cerimoniale tentò di farla uscire. Ma lei volle salutare anche gli altri caduti, come per chiedere scusa di non aver scelto loro. Arrivata davanti all'ultima bara, si accasciò per l' emozione. Poi si riprese, visse ancora una vita lunga, morì nel ' 54, e ora riposa nel cimitero di guerra di Aquileia, accanto agli altri dieci militi ignoti. Il feretro del prescelto partì per Roma in treno. Fu un rito collettivo, un funerale di massa. Tra Aquileia e Roma, il treno si fermò in 120 città e paesi, dove sindaci e cittadini riempirono il convoglio con oltre 1.500 corone, sotto lo sguardo di folle inginocchiate. A Roma il treno arrivò il 2 novembre. Alla stazione Termini lo attendevano il re con la famiglia e i 335 vessilli dei reggimenti schierati nella Grande Guerra. La bara fu portata su un affusto di cannone nella basilica di Santa Maria degli Angeli, dove vennero celebrate le esequie. Il 4 novembre 1921, terzo anniversario della vittoria, alle 10 e mezza del mattino, il Milite Ignoto fu deposto in un loculo sotto la statua della Dea Roma. Vittorio Emanuele III lasciò una medaglia d'oro. Poi gli argani lasciarono cadere la lastra di marmo. Anche stavolta il «treno della memoria» arriverà a Roma il 2 novembre, accolto dal capo dello Stato, dopo la sosta a Firenze. È composto da tre vagoni che ospitano una mostra, più un quarto allestito come sala di proiezione di filmati e una riproduzione del vagone che portò la bara, con un affusto di cannone d' epoca, il braciere e la teca con la bandiera originali. Non esattamente un'attrattiva per i curiosi. Piuttosto, un simbolo. Che ha avuto un'accoglienza commossa e sorprendente; a cominciare dal Nord-Est, dove la Lega è il primo partito e alla partenza non ha mandato nessun rappresentante, senza che l'ennesima inutile polemica turbasse l' atmosfera di raccoglimento e di rispetto. Anche questo è un segno del successo dei 150 anni dell'unificazione; tanto più significativo in quanto la memoria diretta della Grande Guerra si è spenta, gli ultimi fanti se ne sono andati uno dopo l' altro negli anni scorsi, e la memoria dei sacrifici e dei patimenti può vivere solo nei segni, nei racconti, nelle carte. Come la lettera che Antonio Bergamas scrisse alla madre, per spiegarle la sua scelta di andare a morire dalla parte degli italiani: «Perdonami dell'immenso dolore ch' io ti reco e di quello ch' io reco al padre mio e a mia sorella, ma, credilo, mi riesce le mille volte più dolce il morire in faccia al mio paese natale, al mare nostro, per la Patria mia naturale, che il morire laggiù nei campi ghiacciati della Galizia o in quelli sassosi della Serbia, per una Patria che non era la mia e che io odiavo. Addio mia mamma amata, addio mia sorella cara, addio padre mio. Se muoio, muoio coi vostri nomi amatissimi sulle labbra, davanti al nostro Carso selvaggio (Corriere della Sera del 01.11.2011, articolo di Cazzullo Aldo)

martedì 1 novembre 2011

C'era una volta il Dopolavoro Ferroviario ...

Un affitto annuale di 10 mila euro ipoteca la permanenza del gruppo bocce Gemona all’interno della storica sede in via Cjarnescule.
Rfi, proprietaria della struttura che da anni concede l’immobile in godimento al Dopolavoro Ferroviario, ha infatti deciso di chiedere un canone di locazione ai bocciatori gemonesi che ora si trovano a dover fare i conti e pure in fretta.
Entro la fine del mese dovranno infatti valutare la propria capacità di sostenere un simile affitto e decidere il da farsi. Se la risposta sarà negativa scatterà automaticamente lo sfratto. Per rendere l’Amministrazione Comunale edotta di quanto sta accadendo, il Presidente del gruppo bocce Gemona, Duilio Calderini, ha spedito una lettera appello al Sindaco Paolo Urbani: «Abbiamo scritto al primo cittadino per chiedere l’intervento dell’amministrazione comunale – fa sapere il numero uno dei bocciatori gemonesi –. In questi mesi tanto si è parlato del progetto “Città dello sport” che ci siamo domandati se in questa vicenda l’ente locale non possa giocare un ruolo positivo». Calderini spiega la delicata situazione in cui si trova il gruppo: «Fino a oggi il Dopolavoro, del quale tutti noi siamo soci, ci ha concesso il bocciodromo a titolo praticamente gratuito, chiedendoci solo il pagamento delle utenze, per un conto finale di circa 4 mila 500 euro l’anno. Ora però è costretto a far fronte a una richiesta di Rfi, che ha deciso di far pagare un affitto in tutte le strutture di sua proprietà, qual è anche il bocciodromo di Gemona, e il Dopolavoro, suo malgrado, ha girato a noi quella richiesta. Il canone annuale di locazione – continua Calderini – è stato fissato in 10 mila euro, che sommati al costo delle bollette fa lievitare l’esborso richiesto al gruppo a quota 15 mila euro. Per noi si tratta di un costo insostenibile». Salvo non si trovi una soluzione, i 70 bocciatori (provenienti dal Gemonese ma anche da Tolmezzo) che gravitano oggi attorno alla struttura di via Cjarnescule, sita di fronte all’ex stabilimento manifatturiero oggi divenuto centro commerciale, saranno costretti a cercarsi un’alternativa. In prospettiva c’è l’ipotesi di un trasferimento al bocciodromo comunale di Osoppo. Il paese è poco distante da Gemona e considerato che vi risiedono diversi soci potrebbe essere una soluzione.
«Nei prossimi giorni – conclude il Presidente – approfondiremo ogni possibilità, ma contiamo che una via d’uscita possa ancora essere trovata consentendoci di restare a Gemona».
Non servono parole per commentare un’altra scelta scellerata da parte di FS. Ci domandiamo quale sia l’interesse a seguire questa logica, atteso - che a queste condizioni - i cespiti resteranno sfitti e privi di manutenzione. Non è forse ragionevole ricercare altre soluzioni più eque e di buon senso ? Non vogliamo passare per dei gufi, ma vogliamo scommettere che questa struttura ben presto finirà abbandonata a se stessa e in degrado … un film purtroppo già visto !